A cura di Angelandreina Rorro
Il fulcro concettuale della mostra che la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea dedica a Pablo Echaurren è rappresentato dall’impegno politico che connota la sua ricerca.
Pittore ad appena 18 anni, ottiene un precoce riconoscimento da Arturo Schwarz, “patron” del Dada-Surrealismo, ma nel 1977 decide di abbandonare la professione per immergersi nel clima sociale complesso e teso del periodo. Nell’idea del superamento dell’arte a favore della creatività della vita, Echaurren trova linfa per le sue pagine ironiche e satiriche e per le sue future elaborazioni pittoriche.
L’esposizione sottolinea il periodo della sospensione dell’attività propriamente artistica; non si tratta quindi di una antologica, ma di una mostra tematica che intende mettere in luce l’aspetto più importante dell’arte di Echaurren e il suo avanguardistico contributo al pensiero contemporaneo.
Il percorso espositivo, che presenta oltre 200 opere dell’artista – tele, disegni, collage – dagli anni settanta ad oggi ed un’ampia sezione di documentazione, comincia con i lavori d’esordio, i “quadratini”, acquerelli e smalti di piccole dimensioni che riflettono i miti generazionali (la politica, la musica) e le inclinazioni personali (per le scienze naturali, il collezionismo).
La sezione centrale e cuore della mostra è dedicata ai disegni e collage (qui esposti per la prima volta) legati all’esperienza dei cosiddetti “Indiani metropolitani” che, nel 1977, si sono appropriati dei linguaggi estetici dell’avanguardia artistica per denunciare il mondo illusionistico dei media. In questo ambito appare evidente il desiderio di trasformare l’esclusiva ricerca di Marcel Duchamp in uno strumento a disposizione di tutti, secondo un progetto di collettivizzazione dell’avanguardia storica.
Seguono una serie di grandi tele degli anni ottanta e novanta, che fanno i conti con gli eventi contemporanei e con la problematica ambientale, e alcuni collage degli anni novanta composti con manifesti politici e pubblicitari.
La mostra illustra anche le più recenti «pitture da muro», che creano un nuovo alfabeto simbolico, una serie di quadri sul sistema dell’arte che rivelano la dimensione critica del lavoro dell’artista e i lavori di dimensioni minori, come le “Decomposizioni floreali”. L’attenzione è pertanto focalizzata sulla “contropittura” di Echaurren e quindi anche tutti i lavori non esposti sono parte integrante di una poetica coerente. In essa, la pittura “scende” fino al foglio stampato, il fumetto assurge a quadro, e la riflessione concettuale di stampo Dada-futurista stimola una visione ironica del presente.
Pablo Echaurren. Contropittura
a cura di Angelandreina Rorro
20 novembre 2015 – 3 aprile 2016
Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea
Roma, viale delle Belle Arti, 131
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