LA MOSTRA – La Pinacoteca Züst continua quest’anno la sua indagine su artisti operanti nel nostro territorio con una monografica dedicata a Gordon Mc Couch (1885-1956), un pittore ancora oggi poco conosciuto nonostante alcune esposizioni gli siano state dedicate anche di recente. La mostra permette di seguire tutte le fasi del suo percorso artistico, con una particolare attenzione al momento più intenso e innovativo, grossomodo dal 1915 al 1935: un cammino che, anziché procedere lungo una linea prettamente evolutiva, sembra effettuare rapidi cambiamenti di rotta, ma che in realtà opera all’interno di un sistema di relazioni formali ed annovera pezzi di notevole qualità.
APPUNTI PER UNA BIOGRAFIA – Figlio di un rinomato avvocato, Gordon Mallet Mc Couch nasce a Filadelfia, negli Stati Uniti d’America, il 24 settembre 1885. Contro la tradizione di famiglia dal 1902 al 1908 si forma dapprima nella scuola di disegno di Howard Pyle, in seguito lavora come illustratore per riviste e giornali in Pennsylvania e poi a New York. A ventitré anni, nel 1908, lascia gli Stati Uniti e si imbarca per l’Europa deciso a diventare artista indipendente; prende dimora a Monaco di Baviera dove segue i corsi di Johann Heinrich von Zügel nella locale accademia ed entra in contatto con gli ambienti dei modernisti grazie anche al connazionale Albert Bloch che frequenta il gruppo del Blaue Reiter tanto da partecipare alla loro prima mostra. Nel 1914 sposa la russa Xenia Slutskaja, ma lo scoppio della prima guerra mondiale li obbliga a lasciare precipitosamente la Germania e a riparare a Zurigo; decide quindi di arruolarsi come volontario nell’esercito statunitense venendo destinato alla sorveglianza dei confini con il Messico. Rientrato in Svizzera per ricongiungersi con la moglie e la figlia Lilian Xenia, lascia Zurigo nel 1915 e si trasferisce dapprima a Zugo, poi ad Ascona, dove arriva nel 1917 ed alloggia in Casa Caglioni. Nel 1922 acquista a Porto Ronco una piccola proprietà in riva al lago con tanto di rustico che trasforma in una casa da lui stesso disegnata e costruita dove nascerà la figlia Eliette.
GLI INIZI: UN AMERICANO A MONACO – Quando nel 1908 Gordon Mc Couch lascia gli Stati Uniti d’America per stabilirsi a Monaco, l’Europa sta vivendo uno dei momenti più intensi e cruciali della sua storia, non solo politica, ma anche culturale e artistica: secessioni, movimenti, gruppi più o meno contrapposti nascono come focolai incendiari un po’ ovunque in Europa. Non diversamente da Vienna, Berlino, Dresda, Parigi e Milano, anche Monaco è una città cosmopolita, un importante crocevia dentro cui passa e matura la rivoluzione del ‘moderno’. Arrivato a Monaco, Mc Couch si iscrive all’Accademia di Belle Arti e frequenta per più anni i corsi tenuti da J. Heinrich von Zügel (1845-1941), un buon pittore che aveva soggiornato anche nella Parigi degli impressionisti, molto legato ad un genere tipicamente tardo-ottocentesco come quello animalista, e tra i membri fondatori della Secessione di Monaco nel 1892.
Dopo un anno di servizio militare rientra in Europa e si stabilisce con la moglie a Zurigo. In questo modo però Gordon è costretto ad abbandonare a Monaco la sua produzione artistica iniziale che andrà poi in buona parte dispersa.
ASCONA, 1917-1936 – Dopo le tappe di Zurigo e Zugo, i Mc Couch giungono ad Ascona. Sulle stesse rive del Lago Maggiore si sarebbero di lì a poco trasferiti altri due eminenti artisti, pure fuggiti dalla stessa Monaco: Marianne Werefkin e Alexej Jawlensky, con i quali Mc Couch stringe presto rapporti personali.
Con la venuta in Ticino e la quotidiana frequentazione di Ascona, anche la sua produzione acquisisce nuovi stimoli soprattutto grazie ai contatti con i numerosi artisti internazionali che vi soggiornano o transitano; in particolare stringe amicizia con Richard Seewald e Walter Helbig.
Mc Couch matura un proprio linguaggio nel clima di un espressionismo ormai diffuso. Gli elementi vengono progressivamente imbrigliati dentro contorni scuri (cloisonnisme) o in zone di colore opposte: i filamenti leggeri delle opere precedenti si trasformano adesso in campiture in cui i diversi colori diventano superfici contigue. In maniera analoga ai colori, anche case e monti subiscono una metamorfosi: si semplificano e geometrizzano in superfici giocate sul contrappunto di linee e colori (a curve o a rette, a spigolo o smussate, caldi e freddi), mentre le figure umane si fanno più piccole e lontane. Sono passaggi importanti che documentano il palesarsi nel 1919 del crescente interesse di Mc Couch per l’articolazione cubista delle forme e la radicalizzazione del linguaggio, con edifici ed elementi del paesaggio che si fanno sempre più spigolosi e squadrati.
Nel 1924 è tra i fondatori del gruppo dell’Orsa Maggiore (Der Grosse Bär), costituito da sette artisti (come le stelle della costellazione da cui prendeva nome) tutti legati ai linguaggi del ‘moderno’; con il gruppo partecipa alle mostre di Zurigo, San Gallo e Berna.
ASCONA, 1936-1956 – La realtà susseguente la prima guerra mondiale era di una tale gravità che non poteva non riguardare anche l’arte e gli artisti, e spingerli ad interrogarsi sul senso e la funzione del fare arte di fronte a una situazione tanto inquietante ed in rapida evoluzione. In effetti il cosiddetto ‘ritorno all’ordine’ e alla moralità della pittura muoveva anche dall’urgenza di guardare in faccia la drammatica realtà del momento e implicava il ricongiungimento con la tradizione del classico: basti pensare a Morandi e Carrà o a Novecento nella vicina Italia. Non stupisce che anche Mc Couch ne abbia risentito: già a metà degli anni Venti, ad esempio nei ritratti della figlia Xenia Lilian (1924) e della moglie Xenia (1933), lontane memorie classiche (Dürer) si incrociano con sottili rinvii tanto alla Nuova Oggettività quanto a certa ritrattistica di de Chirico, Funi e Severini. Proprio questi richiami ci dicono che Mc Couch continuava a confrontarsi con quelle tendenze che, tanto a Nord quanto a Sud delle Alpi, spingevano verso il superamento delle avanguardie e per un ritorno ad una maggiore aderenza al reale e alla tradizione del mestiere: dalla Metafisica a Valori Plastici in Italia, dal ‘realismo magico’ alla Nuova Oggettività in Germania, per non dire di certo Neoclassicismo e Purismo in Francia. Non fu quindi solo una questione psicologica a riportare Mc Couch verso una pittura più aderente al vero: era un fenomeno più ampio che attraversava la storia dell’arte in Europa.
I suoi rapporti con la gente e le famiglie del posto sono vivi e cordiali tanto da figurare tra i cofondatori del primo circolo del tennis di Ascona formato dai membri delle famiglie Perucchi, Allidi e Chiodi. Tra le sue passioni, ci sono anche la vela e la moto, con cui si sposta spesso, soprattutto nella vicina Italia, per visitare luoghi d’arte e dipingere paesaggi.
E’ apprezzato anche come architetto, tanto che lo scrittore Emil Ludwig, residente a Moscia (Ascona), gli chiede di progettargli un ampliamento della sua abitazione e poi di costruirgli una casetta, così come l’amico pittore Ernst Kempter a Muzzano. Purtroppo il secondo conflitto mondiale pone fine a questa sua attività che non viene più ripresa.
Gli anni di progressivo isolamento internazionale della Svizzera e poi della seconda grande guerra sono momenti difficili per Mc Couch e ne accentuano il carattere già molto chiuso ed incline alla nostalgia, inducendolo a trascorrere intere giornate dentro il suo studio o in barca a vela sul lago. Ne risulta contaminata anche la sua pittura che vede accentuarsi invece la nota intimistica e luministica, quasi notturna, del paesaggio urbano con le sue figure solitarie ed anonime colte non di rado in interni di bar e locali pubblici dalle atmosfere tenebrose, dalle luci sfatte, tra colori densi e ingrommati, stesi con più mani.
Nel 1941, dopo lo scioglimento dell’Orsa Maggiore, diventa membro della Società Amici delle Belle Arti di Ascona con cui espone regolarmente.
Finita la seconda guerra, egli può riprendere a viaggiare e, munito di fogli, matite, inchiostri e pastelli, fissa notazioni di vita o di costume che talvolta rielabora poi in acquarelli e pitture oppure nell’incisione: rapidi schizzi da cui traspaiono non solo grande sicurezza e indubbia maestria, ma anche il piacere dell’incontro e della vita espressi nella freschezza del disegno e nella immediatezza del colore.
Si tratta di un corpus cospicuo ingiustamente messo in subordine, che va invece considerato complementare alla pittura e indagato nei rapporti con essa. È un Mc Couch che si riconcilia con il mondo quello che pulsa lì dentro e che ci appare da quelle carte, quasi tornasse a nuova vita.
LA FORTUNA CRITICA – Tra i fatti rilevanti che hanno segnato il percorso artistico di Gordon Mc Couch, oltre al merito di esser stato nel 1924 tra i fondatori del gruppo artistico dell’Orsa Maggiore ad Ascona, spiccano alcune esposizioni assai significative.
L’esordio, ancora agli inizi della carriera tanto da figurare come la sua prima apparizione pubblica, riguarda la partecipazione nel 1913 all’importante rassegna Erster deutscher Herbasalon (Primo salone d’autunno tedesco) organizzata a Berlino in un enorme spazio espositivo dalla galleria Der Sturm: il fatto che Mc Couch compaia, sia pure con un solo quadro, tra tanti maestri del moderno, da Kandinsky e Jawlensky a Boccioni, Delaunay e Chagall, significa che ai galleristi più avvertiti non era sfuggita la presenza, a Monaco, di questo giovane artista americano appena uscito dall’accademia. Con quella mostra Mc Couch entrava in relazione con una galleria di prestigio e con un’élite artistica internazionale che avrebbe potuto schiudergli importanti futuri sviluppi.
Purtroppo la Storia andò diversamente rispetto alle sue attese: pochi mesi dopo quell’evento, lo scoppio della prima guerra mondiale lo mise infatti nella situazione di dover lasciare la Germania per riparare in Svizzera.
Altro rilevante momento espositivo riguarda la doppia personale – sua e di Walter Helbig – avvenuta quasi vent’anni dopo, nel 1932, alla Galleria del Milione a Milano. Anche in questo caso si trattava di una galleria giovane, ma destinata a diventare storica per il promovimento del moderno in Italia, in particolare dell’arte astratta. Malauguratamente anche questo avvenimento, che lasciava presagire ulteriori sviluppi verso Sud, non ebbe seguito per via del progressivo aggravarsi della situazione politica italiana e del crescente isolamento della Svizzera sul piano internazionale.
Se si tiene inoltre conto del fatto che, nell’intervallo di tempo che separa le due rassegne, altre importanti mostre sia collettive sia personali (queste ultime soprattutto in America, dove esponeva regolarmente) hanno scandito la sua biografia artistica allora non si può che rimanere sorpresi dal divario che intercorre tra l’immagine che storicamente gli deriva dall’aver esposto in quelle sedi e con quegli artisti, rispetto al grado di notorietà ben più circoscritto che contraddistingue oggi la figura e la sua opera. A dispetto della indubbia qualità della sua pittura, le motivazioni più vere stanno nella concomitanza negativa di ragioni storiche e artistiche che si intrecciano tra loro: dai drammatici eventi cui abbiamo fatto riferimento e che, per ben due volte, gli hanno precluso possibili sviluppi tanto a Nord quanto a Sud dell’Europa, alla mancanza di un suo mercato con galleristi di respiro internazionale.
Note Informative
Mostra e catalogo a cura di
Claudio Guarda
Coordinamento scientifico e organizzativo
Mariangela Agliati Ruggia
Alessandra Brambilla
Segreteria mostra
Anna Bonacina
Daphne Piras
Allestimento e disegno murale
Mario Mondo
Ufficio stampa
Pinacoteca Züst – Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera
Tel. +41 (0)91 816.47.91
decs-pinacoteca.zuest@ti.ch ; www.ti.ch/zuest
In collaborazione con
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo – Padova, Italia
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info@studioesseci.net; www.studioesseci.net
PINACOTECA CANTONALE GIOVANNI ZÜST
CH 6862 Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera
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E-mail: decs-pinacoteca.zuest@ti.ch
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Orari e biglietti di ingresso
Da marzo a giugno:
da martedì a domenica 9-12 / 14-17.
Luglio e agosto:
da martedì a domenica 14-18.
Chiuso: il lunedì. Aperto: tutti i festivi.
Intero: CHF 10.-/€ 9
Ridotto (pensionati, studenti, gruppi): CHF 8.-/€ 7,20
Ingresso gratuito per le scuole ticinesi.
Visite guidate su prenotazione, anche fuori orario.
Servizi
Bookshop; parcheggi disponibili nelle vicinanze.
Si accettano Euro; non si accettano carte di credito.
COME RAGGIUNGERE LA PINACOTECA ZÜST
Rancate si trova a pochi chilometri dai valichi di Chiasso, Bizzarone (Como) e del Gaggiolo (Varese), presso Mendrisio, facilmente raggiungibile con l’ausilio della segnaletica. Per chi proviene dall’autostrada Milano-Lugano l’uscita è Mendrisio: alla prima rotonda si gira a destra e mantenendo sempre la destra si giunge dopo poco più di un chilometro nel centro di Rancate. La Pinacoteca è all’inizio della piazza della chiesa parrocchiale, sulla sinistra della strada. Rancate è raggiungibile anche in treno, linea Milano-Como-Lugano, stazione di Mendrisio, e poi a piedi, in 10 minuti.
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