Mostra a cura di Marco Goldin
Comunicato Stampa
La mostra Da Boccioni a Martini. Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso rappresenta uno dei due capitoli del vasto progetto multidisciplinare Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia, che si svolge nelle stesse date (26 ottobre 2024 – 4 maggio 2025) tra il Museo di Santa Chiara a Gorizia e la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone.
È promosso dai Comuni di Gorizia e Monfalcone con il determinante contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, con la partecipazione di PromoTurismoFVG. Ideato e curato da Marco Goldin e organizzato da Linea d’ombra, è l’evento che fa da battistrada ai programmi pensati per “Nova Gorica / Gorizia capitale europea della cultura 2025”.
A Gorizia si svolge il racconto della storia di Giuseppe Ungaretti, poeta e soldato sul Carso, durante la Prima guerra mondiale, tra la fine del 1915 e la fine del 1917. Ciò avviene anche attraverso la rilettura dei luoghi ungarettiani proprio sul Carso, con un centinaio di quadri realizzati appositamente da dodici pittori contemporanei italiani.
Oltre a questo, le ricerche letterarie – compresa la ripubblicazione in forma anastatica di tutte le poesie de Il porto sepolto -, storiche, fotografiche e sulla morfologia carsica portano a una mostra con ampio utilizzo di stazioni multimediali, anche con nuovi documentari creati per la circostanza. Da uno, più ampio, di introduzione generale (a cura di Marco Goldin) ad altri con approfondimenti sulla storia delle battaglie (a cura di Lucio Fabi) e sulla stesura delle poesie, in questo caso attraverso un dialogo tra Goldin e Paolo Ruffilli.
La presenza “fisica” della guerra si mostra con le varie teche che contengono oggetti e uniformi di quel tempo, grazie alla collaborazione con il Museo della Grande guerra proprio di Gorizia e con collezioni private. Oltre alla ricostruzione di un piccolo campo di battaglia.
A legare in modo compiuto l’esposizione di Gorizia con quella di Monfalcone è un vero e proprio libro prima ancora che un catalogo. Oltre 500 pagine tutte a colori, con tanti saggi specifici e un ricchissimo apparato iconografico.
La mostra nella sede di Monfalcone è il suggestivo contraltare di quella goriziana, attraverso il racconto dell’arte che nelle Venezie si sviluppò nel secondo decennio del Novecento, dunque negli anni stessi in cui il poeta si trovava sul Carso e scriveva quelle poesie così straordinariamente nuove che confluirono nell’edizione del dicembre del 1916 de Il porto sepolto, stampata in sole 80 copie a Udine.
Dire anni dieci nelle Venezie significa dire soprattutto Ca’ Pesaro, uno dei luoghi dell’avanguardia italiana, palazzo nelle cui mostre, dirette dal mitico Nino Barbantini, confluivano autori veneti, trentini e dell’attuale Friuli Venezia Giulia, oltre a “ospiti” esterni del calibro per esempio di Umberto Boccioni e Felice Casorati.
Non mancano nella sede di Monfalcone anche figure importanti per la regione Friuli Venezia Giulia stessa, come per esempio i triestini Gino Parin e Edgardo Sambo Cappelletto, oltre a Guido Marussig, anche lui nato a Trieste, che di Ca’ Pesaro fu una delle iniziali colonne portanti, con le sue sei partecipazioni dalle due mostre del 1908 fino a quella del 1913.
L’esposizione ospitata nelle sale della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, con una cinquantina tra dipinti e le sculture di Arturo Martini, è quindi un vero e proprio affresco di un’epoca con i caratteri dell’eccezionalità per gli autori scelti, e segue quel secondo decennio del secolo.
Il punto di partenza è la figura di Umberto Boccioni, che tra l’altro nella mostra estiva del 1910 a Ca’ Pesaro fu presente con una vera e propria personale di 42 opere.
Accanto alla sua, la seconda presenza fondamentale extra vagante rispetto al territorio delle Venezie è quella di Felice Casorati, che soprattutto nella mostra capesarina del 1913 fa la parte del leone, con 41 opere. Boccioni e Casorati sono quindi il punto d’avvio della rassegna a Monfalcone.
A seguire, un panorama fatto di altri artisti che hanno reso in quel decennio la pittura nelle Venezie tra le più avanzate d’Italia. Ovviamente dai due capofila, Gino Rossi con i suoi quadri e Arturo Martini con le sue sculture. E poi altri nomi come quelli di Umberto Moggioli e Pio Semeghini, Aldo Voltolin e Nino Springolo solo per dire di alcuni.
Quello che ne risulta è un panorama alto dell’arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso, a dire come anche nel momento delle battaglie e delle tragedie la forza dell’arte continuasse a vivere nei territori circostanti.
Un’area importante della mostra è quella, in un’ampia sala al piano superiore della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, e poi in una sala più piccola al piano terra, dedicata a Gino Rossi e a Umberto Moggioli. In quest’ultima, gli splendidi paesaggi delle colline asolane dipinti dai due, assieme a una coppia di rari paesaggi, poco prima della morte improvvisa, di Boccioni. Al piano superiore invece la strepitosa stagione dei paesaggi a Burano e nella Laguna veneziana.
Si tratta della specificità maggiore e più ricercata all’interno del percorso espositivo. Gino Rossi e Umberto Moggioli come emblemi di quel momento irripetibile per la pittura italiana dell’inizio del secolo, quando Burano e le altre isole diventarono una sorta di Tahiti davanti a San Marco.
La grande sala al piano terreno della Galleria Comunale si caratterizza soprattutto per la strepitosa parte di mostra legata al ritratto. Dapprincipio, su una zona sopraelevata, con il rapporto, preciso e puntuale quanto a soggetti e date, tra i quadri di Gino Rossi e le sculture di Arturo Martini, e a seguire una selezione meravigliosa di opere che vanno da Boccioni a Casorati, da Moggioli a Piero Marussig, da Semeghini a Bolaffio, da Sambo a Parin fino a Gino Rossi ancora.
La mostra contiene anche una piccola selezione dei dipinti degli autori contemporanei che si vedono a Gorizia nel Museo di Santa Chiara, per dare così anche dal punto di vista pittorico il forte senso di una continuità tra le due sedi. Talvolta trovandosi questi pittori esattamente a fianco dei maestri storici.
A questo concetto si lega la decisione di utilizzare un’ulteriore, piccola sala della Galleria Comunale per ospitare anche a Monfalcone il, qui pur breve, racconto della vita di Ungaretti sul Carso. Tra l’altro, in una teca allo scopo predisposta, si può vedere, restaurata, la copia numero 1 del libro Il porto sepolto, prestata per la prima volta dalla Biblioteca Civica “Vincenzo Joppi” di Udine.
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