Comunicato stampa
Un nuovo appuntamento allo Spazio Antonioni racconta l’incontro sul set del film Zabriskie Point del grande fotografo con uno dei padri della cinematografia moderna. Approdato negli Stati Uniti nel 1968 per ritrarre un paese che incarnava l’essenza del suo tempo, Michelangelo Antonioni sceglie Bruce Davidson come fotografo di scena. Ad accomunare il loro lavoro è la vocazione a scrutare nelle pieghe della realtà senza preconcetti, regalando all’osservatore uno sguardo meravigliato e al tempo stesso consapevole su un mondo denso di luci e ombre. Accanto ad Antonioni, che considera «il più grande regista con cui abbia mai collaborato», Davidson trova ispirazione per alcuni dei suoi scatti più memorabili. Sarà possibili ammirarli dal 14 dicembre 2024 al 4 maggio 2025 allo Spazio Antonioni nella mostra organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara e curata da Chiara Vorrasi.
Entrato nella leggendaria agenzia Magnum nel 1958 dopo aver conosciuto Cartier-Bresson a Parigi, Davidson ha messo in campo sin dalla prima produzione una straordinaria capacità di addentrarsi nei territori che appaiono meno familiari, facendo emergere, anche dai soggetti più degradati, una dignità morale ed estetica. Le sue foto rivelano, tra splendore e solitudine, l’universo delle bande giovanili, dei circhi, dei movimenti per i diritti civili, dei ghetti di Harlem, dei minatori gallesi, della vita nelle metropolitane. Come altri fotografi Magnum, Davidson si è misurato anche con l’immaginario cinematografico, accettando la sfida di giocare sul terreno scelto da un regista. I suoi scatti ci hanno lasciato immagini inattese di icone come Marilyn Monroe. Il fascino della settima arte lo ha coinvolto fino al punto di impegnarsi egli stesso nella produzione di documentari.
Il reportage che Davidson dedica a Zabriskie Point è considerato uno dei servizi magistrali della storia delle foto di scena. Il soggetto del film di Antonioni propone un viaggio nell’universo giovanile delle controculture, ma è anche l’occasione per esplorare le dimensioni affascinanti e contraddittorie che l’ambiente americano esprimeva e in cui si riconoscono tratti ancora attuali. Sul set del film il fotografo statunitense trova materia infinita per dare un volto indimenticabile a ciascuna di queste sfaccettature. Ritratti, vedute di Los Angeles, paesaggi lunari della Death Valley restituiscono il mosaico composito di una società dove convivono il mito del benessere e l’evasione in territori incontaminati, la violenza e la repressione, le architetture più avveniristiche e una natura quasi primordiale. Prolungando lo sguardo oltre il consueto, con una sensibilità capace di accogliere e trasfigurare, la realtà più comune assume un significato emblematico e il paesaggio più solitario si sublima in un’opera d’arte ai limiti dell’astrazione. Un altro affascinante punto di tangenza tra Antonioni e Davidson è l’affinità con le ricerche visive, tra informale e Pop Art, che sfidano le proprietà della materia grezza o s’interrogano sull’immaginario della società dei consumi.
Marco Gulinelli, Assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, accoglie così l’apertura della mostra: «Sono felice di poter inaugurare allo Spazio Antonioni la mostra di un grande fotografo già membro della leggendaria agenzia Magnum quale Bruce Davidson. Bruce Davidson e Michelangelo Antonioni condividono una straordinaria capacità di scrutare nelle pieghe della realtà senza preconcetti. Davidson cattura l’essenza di un’epoca e di una società, rivelando la dignità nascosta anche nei contesti più degradati. Allo stesso modo, Antonioni, attraverso la sua cinepresa, esplora le complessità e le contraddizioni dell’animo umano e della società moderna. Entrambi, con sensibilità e maestria, trasformano la realtà quotidiana in opere d’arte che sfidano il tempo e le convenzioni, offrendo uno sguardo incantato e consapevole su un mondo ricco di luci e ombre.
Abbiamo, in questi anni, implementato le mostre fotografiche con la consapevolezza di quanto esse rivestano un ruolo fondamentale nella cultura contemporanea. In un’epoca dominata dai media digitali, le mostre fotografiche mantengono viva l’importanza della fruizione diretta e tangibile dell’arte visiva. Inoltre, rappresentano un’opportunità unica per i visitatori di immergersi in mondi diversi, esplorando culture, paesaggi e momenti storici attraverso l’obiettivo del fotografo.»
Prosegue all’insegna del dialogo tra le arti la programmazione del nuovissimo spazio museale inaugurato a giugno 2024: un luogo di scoperta dall’opera del grande cineasta ferrarese e delle intense relazioni che ha stabilito con l’arte e la cultura di ieri e di oggi.
BRUCE DAVIDSON / ZABRISKIE POINT
I volti dell’America
Spazio Antonioni
Corso Porta Mare 5
Organizzata da
Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con il Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara
A cura di Chiara Vorrasi
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Aperto dal martedì alla domenica
10.00-13.00 / 15.00-18.30
Ingresso compreso nel biglietto del museo
Aperto anche 23, 30 dicembre, 1 e 6 gennaio
25 dicembre chiuso
Ufficio informazioni e prenotazioni
artemoderna.comune.fe.it
diamanti@comune.fe.it
Tel. 0532 244949
museiferrara.it
Prenotazioni
https://www.comune.ferrara.it/prenotazionemusei
Ufficio stampa
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Simone Raddi | simone@studioesseci.net
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