Comunicato Stampa
Nei 500 anni dalla morte dell’artista il Museo Diocesano di Cremona annuncia, dal 10 ottobre 2025 al 11 gennaio 2026, la prima mostra monografica su Boccaccio Boccaccino (Ferrara?, 1462/ante 22 agosto 1466 – Cremona, 1525). L’evento è organizzato dal Museo Diocesano di Cremona con la collaborazione della Soprintendenza ABAP per le province di Cremona Lodi e Mantova e il patrocinio del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali di Cremona dell’Università degli Studi di Pavia.
La mostra si pone come occasione irripetibile di studio e di ricerca e, al tempo stesso, un momento di valorizzazione di un maestro poco noto al grande pubblico, ma pur sempre di indubbia importanza nell’ambito della cultura figurativa del Rinascimento in Italia settentrionale, tanto da essere definito da Giorgio Vasari, nelle sue celebri Vite, “raro” ed “eccellente pittore”. Grazie alla sua attività, attestata nei più importanti centri del nord Italia, Boccaccino si propose infatti sulla scena come un intelligente interprete della lezione impartita da Leonardo a Milano e da Giorgione a Venezia.
L’idea di mostra scaturisce dalla recente acquisizione, da parte del Museo Diocesano di Cremona, di una tavola del Maestro, frammento di una pala d’altare un tempo nella chiesa di San Pietro al Po a Cremona, che rappresenta l’ultima sua opera, eseguita poco prima della morte. Con questa acquisizione il Diocesano di Cremona può vantare oggi il più cospicuo nucleo museale di opere di Boccaccino, che comprende il frammento di pala (restaurato) già citato, la stupenda Annunciazione Ludovisi (deposito permanente da parte della Fondazione Arvedi Buschini), la Crocifissione e la Sacra famiglia con Maria Maddalena.
Attraverso prestiti di grande rilevanza, concessi da importanti istituzioni museali tra cui le Gallerie degli Uffizi, la Galleria Estense, il Museo di Capodimonte, il Museo Civico di Padova, il Museo Correr, la mostra ripercorre la vicenda artistica di Boccaccino dalle origini sino agli ultimi anni, dando conto della sua attività attestata a Ferrara, Genova, Milano, Venezia, Roma e Cremona, nella cui Cattedrale si conserva lo straordinario ciclo affrescato nella navata centrale. Si potrà così comprendere il rilievo del pittore nel più ampio contesto del Rinascimento italiano tra la fine del XV e i primi tre decenni del XVI secolo.
Il percorso prende avvio dalla prima attività di Boccaccino tramite due importanti testimonianze, l’Adorazione dei pastori del Museo di Capodimonte e la Madonna col Bambino dei Musei Civici di Padova, che consentono di inquadrare le prerogative stilistiche del pittore, suggestionato, alla fine del XV secolo, dai fatti figurativi di ascendenza emiliano-ferrarese e dalla cultura di matrice leonardesca.
A documentare lo spostamento di interessi di Boccaccino, a seguito del suo rocambolesco trasferimento da Ferrara a Venezia, avvenuto nell’anno 1500 dopo un drammatico fatto di cronaca nera, la mostra propone l’Adorazione dei pastori della Galleria Estense di Modena, dove si scorge con maggiore evidenza l’eco del magistero di Giorgione.
Tra le prime opere realizzate a Venezia va ricordata l’ancona per la chiesa di San Giuliano, la cosiddetta ‘pala di San Zulian’, oggi inamovibile, evocata dalla Madonna col Bambino in trono e un donatore di collezione privata, già nella raccolta dei principi di Liechtenstein a Vienna e mai esposta.
Nel corso della permanenza in laguna Boccaccino ebbe modo di mettere a punto un linguaggio raffinato, che si evince dalla stupefacente coppia di Evangelisti e dall’iconica Zingarella delle Gallerie degli Uffizi. Il soggiorno veneziano rappresentò anche l’occasione per confrontarsi con la tipologia della ‘sacra conversazione a mezze figure’, brevettata da Giovanni Bellini e ampiamente diffusa. Un esempio in tal senso è offerto dalla Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria del Museo Correr di Venezia.
Nell’estate del 1506 l’artista giunse a Cremona dove fu incaricato di affrescare il catino absidale del Duomo e l’Annunciazione sull’arco santo, subito replicata nella meravigliosa tavola già in collezione Ludovisi, oggi al Museo Diocesano di Cremona. Allo stesso periodo datano la ‘pala di Sant’Agata’ del 1508 (recentemente restaurata) e la Crocifissione su tela, entrambe conservate al Diocesano. L’impresa più eclatante della carriera di Boccaccino, avviata al ritorno da un soggiorno a Roma, è però rappresentata dalle Storie della Vita della Vergine e dell’infanzia di Cristo sulla parete sinistra della navata del Duomo di Cremona (1514-1519). La prossimità di questo ciclo alla sede della mostra invita a entrare in Cattedrale e ammirare questo memorabile ciclo di affreschi.
L’esposizione cremonese si completa con due opere risalenti all’estrema maturità dell’artista, il Ritratto di gentiluomo di collezione privata, sinora mai esposto al pubblico e ad oggi unico testimone della produzione ritrattistica del pittore, e il frammento restaurato della cosiddetta ‘pala Fodri’. In queste opere, nonostante l’età avanzata, il maestro dimostra di essere aggiornato sulle novità proposte da altri maestri del Rinascimento padano, per esempio da Girolamo Romanino e Altobello Melone, e di essere inserito nei più importanti circuiti cittadini, godendo della stima dei contemporanei.
La direzione scientifica della mostra è affidata al dott. Francesco Ceretti (Università degli Studi di Pavia) e al dott. Filippo Piazza (Soprintendenza ABAP per le province di Brescia e Bergamo), coadiuvati da un comitato scientifico di alto profilo, che annovera il dott. Gabriele Barucca (già Soprintendenza ABAP per le province di Cremona Lodi e Mantova), il prof. Francesco Frangi (Università degli Studi di Pavia), la dott.ssa Maria Cristina Passoni (Pinacoteca di Brera), la dott.ssa Cristina Quattrini (Pinacoteca di Brera) e il prof. Marco Tanzi (Università del Salento).
I risultati delle ricerche confluiranno in un catalogo, edito da Officina Libraria, corredato da saggi a firma dei curatori e di altri studiosi, accompagnati dalle schede delle opere esposte.
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