Mostra ideata e curata da Marco Goldin
Comunicato Stampa
12 pittori riuniti a Palazzo Giacomelli
a vent’anni dal loro primo incontro a Palazzo Sarcinelli.
E un omaggio al pittore Vincenzo Nucci a un anno dalla morte.
Unindustria Treviso partecipa al grande momento espositivo trevigiano d’autunno con una propria proposta culturale, affidata a Marco Goldin.
Per l’occasione, Unindustria Treviso aprirà i battenti della propria sede nobile di Palazzo Giacomelli, per accogliere i visitatori della mostra De Pictura, nella quale Goldin riprende le fila, a distanza di vent’anni, dell’indagine da lui avviata nel 1995 a Palazzo Sarcinelli di Conegliano con la mostra Pittura come pittura.
Palazzo Giacomelli è una splendida dimora storica affacciata sul fiume Sile, in uno dei contesti più suggestivi del centro storico di Treviso. La distanza che lo separa dal Museo di Santa Caterina è di poche centinaia di metri, che il visitatore potrà percorrere godendo di scorci davvero affascinanti della “Treviso, città d’acque”.
De Pictura si lega direttamente a una delle tre esposizioni di Santa Caterina. Qui, intorno alla grande mostra sulla Storia dell’impressionismo, e alla raffinata mostra dossier Tiziano Rubens Rembrandt. L’immagine femminile tra Cinquecento e Seicento, Goldin propone con Da Guttuso a Vedova a Schifano. Il filo della pittura in Italia nel secondo Novecento, una propria indagine sull’arte italiana dal secondo dopoguerra al nuovo Millennio. De Pictura è un importante approfondimento tematico rispetto a questa esposizione.
La base di partenza per questa indagine è, come detto, la storica mostra Pittura come pittura di Palazzo Sarcinelli nel 1995. Per quella esposizione Goldin aveva selezionato la presenza di Claudio Olivieri, Claudio Verna, Mario Raciti, Pier Luigi Lavagnino, Attilio Forgioli, Ruggero Savinio, Franco Sarnari, Piero Guccione, Piero Vignozzi, Gianfranco Ferroni. Tutti loro appartenenti alla cosiddetta “generazione di mezzo”, e scelti in quanto espressione qualitativamente esemplare del “fare pittura”.
A quella mostra Goldin aveva invitato anche due artisti, Piero Ruggeri e Alberto Gianquinto, che non vi presero poi parte ma che il critico trevigiano ha successivamente avuto modo di presentare in diverse esposizioni.
De Pictura riunisce quindi i dieci artisti allora compresi nel progetto e i due appena citati, evidenziando la loro produzione da quel 1995 fino ai giorni più recenti. Pier Luigi Lavagnino, Gianfranco Ferroni e proprio Piero Ruggeri e Alberto Gianquinto, che non ci sono più, saranno comunque presenti con opere dalla metà degli anni novanta fino ai primi anni Duemila. Ciascuno dei dodici artisti viene documentato da un nucleo di quattro opere, attentamente selezionate.
Il catalogo si presenterà come un vero e proprio libro, interamente a cura di Marco Goldin, intendendo essere uno strumento che vada al di là della pura illustrazione della mostra, riprendendo il filo del discorso critico iniziato vent’anni fa e conducendolo fino all’attualità.
“Questa mostra – precisa Goldin – mette insieme dodici tra i maggiori rappresentanti di quella che venne definita la “generazione di mezzo”, oggi come allora senza alcuna, inutile e forzosa distinzione tra astrazione, informale e figurazione. Ho sempre desiderato raccontare in questo modo la pittura, al di là di ogni steccato in cui talvolta è stata rinchiusa. E per me, dopo centinaia di mostre e cataloghi e libri sulla pittura italiana del secondo Novecento, questa è una nuova, importante occasione di approfondimento”.
A conclusione di questo percorso dedicato ai dodici pittori italiani, Marco Goldin, in una saletta finale, proporrà un omaggio all’artista, siciliano di Sciacca, Vincenzo Nucci (1941-2015), a un anno dalla morte. Saranno presentati gli ultimi cinque quadri da lui realizzati, fino all’ultima isola che sorge dal mare, del febbraio 2015.
“Nucci è stato – dichiara Goldin – amico e sodale di quasi tutti i pittori inseriti in De Pictura, e tra l’altro più giovane di loro di pochissimi anni, quindi appartenuto sostanzialmente alla stessa generazione. Mi sembrava molto bello, per ricordarne il talento e il gusto per la poesia colorata che lo ha sempre accompagnato, unirlo ai suoi amici, sia nel percorso espositivo che nel libro, che si chiuderà quindi con questo ricordo”.
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