Mostra curata e ideata da Marco Goldin
Comunicato Stampa
Tre capolavori di Tiziano, Rubens, Rembrandt
a comporre un omaggio personale di Marco Goldin ai visitatori
della grande mostra sulla Storia dell’impressionismo.
Per festeggiare i primi 20 anni di Linea d’ombra.
Accanto ai capolavori riuniti al Museo di Santa Caterina nella grande mostra sulla Storia dell’impressionismo, senza alcun costo aggiuntivo, i visitatori potranno godere di una piccola, superba mostra dossier composta da sole tre, eccezionali, opere.
Con Tiziano Rubens Rembrandt. L’immagine femminile tra Cinquecento e Seicento, Marco Goldin ha inteso offrire un suo personale omaggio e ringraziamento a chi, e sono oltre dieci milioni, ha visitato le mostre promosse da Linea d’ombra nei vent’anni di attività che si compiono proprio in occasione del grande ritorno del critico nella sua Treviso.
La mostra è promossa Linea d’ombra e Comune di Treviso – con la fondamentale partecipazione di Segafredo Zanetti e UniCredit in qualità di Main sponsor, Generali come Special sponsor e Pinarello come sponsor partner.
Le tre tele, raffiguranti la Venere che sorge dal mare di Tiziano, il Banchetto di Erode di Rubens e Una donna nel letto di Rembrandt, provengono tutte dalla Scottish National Gallery di Edimburgo.
Non si tratta solamente di tre capolavori che brillano per oggettiva bellezza. Ma sono tre capolavori scelti da Marco Goldin perché rinviano, in modo preciso, al contenuto della mostra sulla Storia dell’impressionismo. Tiziano, Rubens, Rembrandt, proprio nel loro lavoro sulla figura femminile, hanno influenzato in modo evidente alcuni tra gli artisti francesi dell’Ottocento.
Come sempre nelle scelte di Goldin, a pesare assieme alla conoscenza sono due sentimenti: passione ed emozione. Anche in questo caso, davvero per lui “speciale”.
Per il ritorno nella sua città, Goldin non poteva non proporre un omaggio a Tiziano. A Treviso, nella Cappella Malchiostro del Duomo, è conservata l’Annunciazione dipinta dal maestro cadorino attorno al 1520, forse entro il 1523.
“Cercavo – annota Goldin – un segno nella mia città, per ricominciare. L’avevo trovato nel ricordo di questa grande tavola, nella quale la Madonna si dispone quasi timorosa, compresa nel segreto dell’anima, davanti all’angelo annunciante.
Allora ho pensato a come avrei potuto ricominciare da qui, da quel rosso della veste che si spande nello spazio reso spirito. Da quell’immagine di donna all’aprirsi del Cinquecento.
Ci ho pensato per un po’ e alla fine ho deciso. Avrei chiesto qualcosa, per i vent’anni di Linea d’ombra, come un regalo di compleanno, a uno dei musei che tra i primi mi diedero fiducia al tempo delle iniziali mostre di carattere internazionale proprio a Treviso: la Scottish National Gallery di Edimburgo. Ma non qualcosa tolta a caso da quella straordinaria collezione, una delle maggiori in Europa. Avrei chiesto al suo direttore di prestarmi tre straordinari capolavori, perché avevo in mente di creare, accanto alla vasta mostra sulla Storia dell’impressionismo, un breve percorso che si attaccasse da un lato al mio segno, e sogno, tizianesco nella cappella Malchiostro in Duomo e dall’altro al mio desiderio di raccontare l’immagine femminile nella pittura prima degli impressionisti. Ma con pittori che per gli impressionisti avessero avuto un senso.
E dapprincipio quindi − non poteva essere che così − quel dipinto di Tiziano che, se andate a Edimburgo, campeggia sulla copertina del libro con i capolavori del museo. E’ la Venere che sorge dal mare, da lui realizzata, guarda caso, negli stessi momenti in cui il canonico Broccardo Malchiostro gli commissionava l’Annunciazione del Duomo di Treviso. Quale migliore occasione, quindi, di legare un Tiziano che da secoli sta in città a una celeberrima tela che soltanto nel 2003 il museo di Edimburgo ha acquistato dalle favolose collezioni del Duca di Sutherland? Legare, nella visione tizianesca del mondo femminile, l’immagine sacra e spirituale di Maria con l’altra immagine, quella di Venere che sorge dall’acqua entro i confini di una bellezza diversa.
Ma poi la storia doveva proseguire con il Banchetto di Erode (1635/1638) di Rubens e Una donna nel letto (1647) di Rembrandt.
Il mio desiderio non era quindi solo quello di poter esporre, come “capolavori ospiti”, tre dipinti celeberrimi nell’intera storia dell’arte, ma anche, e soprattutto, comprendere poi i moti di anticipazione del ritratto femminile degli impressionisti, da Manet a Renoir a Fantin-Latour. Oppure quanto Rembrandt fosse interessato a Van Gogh. Ritratto femminile appunto compreso nella grande mostra sulla Storia dell’impressionismo.
A cominciare infatti da Tiziano − e il quadro con la Venere che sorge dal mare lo esprime con tutta la chiarezza possibile − grande fu l’influenza di questi artisti sui pittori francesi del XIX secolo, nel momento in cui si trovarono a dipingere ritratti e figure.
Sarà quindi, questa piccola ed esaltante mostra dossier, l’occasione per ulteriormente approfondire una delle questioni più affascinanti della pittura di tutti i tempi”.
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