Bassano del Grappa (Vi), Museo Civico

BASSANO DEL GRAPPA RIVUOLE IL SUO ‘GENTILUOMO’. Al via la proposta di acquisto del capolavoro di Jacopo Bassano

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Il Ritratto di uomo in armi, splendida opera di Jacopo Dal Ponte detto Bassano, potrebbe finalmente trovare casa definitiva nei monumentali saloni del Museo Civico di Bassano del Grappa.

La grande tela è sul mercato, posta in vendita a un importo di 700.000 $, cifra “importante ma del tutto corretta”, a detta degli esperti del settore. Nel 2020, in piena pandemia, il dipinto era andato in asta da Sotheby’s senza però trovare acquirente. Considerata la rilevanza e la rarità del dipinto, uno dei sei ad oggi noti di mano del grande maestro bassanese, la Galleria Robilant&Voena si è resa disponibile a cederlo a un prezzo di favore purché entri in una prestigiosa raccolta pubblica. Si apre quindi un’opportunità di acquisizione che i Musei Civici, con il Comune di Bassano, custodi della più ampia raccolta al mondo di opere di Jacopo Bassano, vorrebbero percorrere.

«Portare, o meglio riportare, a Bassano, a quasi cinquecento anni dalla sua realizzazione, questo straordinario dipinto – afferma Elena Pavan, Sindaco di Bassano del Grappa – è obiettivo di questa Amministrazione; la sua acquisizione rappresenterebbe infatti un significativo arricchimento del nostro patrimonio e, al contempo, il dovuto omaggio a colui che, più di ogni altro, incarna il genius loci della nostra città e del nostro territorio. Ho già presentato l’iniziativa all’Amministrazione Comunale affinché si possa individuare la strada più virtuosa ed efficace che consenta di dare casa – la nostra, il nostro Museo – a questo meraviglioso Ritratto di uomo in armi».

Il dipinto è tra i rari esempi di ritrattistica del catalogo di Jacopo Bassano.
È un dipinto di grande qualità e indiscusso fascino, come chiunque può osservare proprio al museo bassanese dove l’opera è temporaneamente esposta all’interno della mostra I Bassano. Storia di una famiglia di pittori, allestita presso gli spazi della Galleria Civica e prorogata fino al 10 settembre 2023.

«La sua acquisizione permetterebbe al Museo Civico di Bassano del Grappa di arricchirsi di un’opera straordinaria, un capolavoro da collocare tra i nostri capolavori» sottolinea Barbara Guidi, Direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa. «Ma permetterebbe anche di colmare un’importante lacuna nel ricco percorso di opere del maestro, sia per quanto riguarda il genere del ritratto – oggi assente nelle collezioni bassanesi e, in particolare, di un ritratto che potrebbe essere di un committente locale – sia per quanto concerne la cronologia dal momento che, collocandosi nel sesto decennio del Cinquecento, permetterebbe di testimoniare una fase cruciale e originalissima della parabola creativa di Jacopo, altrimenti non sufficientemente rappresentata nelle raccolte civiche, con un’opera di grande fascino e di altrettanta rarità».

Dopo essere stato a lungo ascritto alla mano di pittori quali Veronese e Pordenone, nel 2009 il Ritratto di uomo in armi è stato ricondotto con fermezza al catalogo di Jacopo Dal Ponte. L’attribuzione, che si deve a una felice intuizione di Bernard Aikema, è stata accolta dai massimi studiosi di pittura veneta del Cinquecento e in particolare dell’artista bassanese, tra i quali Vittoria Romani e Beverly Louise Brown, curatrice assieme a Paola Marini, della memorabile mostra di Jacopo che si tenne a Bassano del Grappa e al Kimbell Art Museum di Forth Worth in Texas, nel 1992. Il dipinto è stato recentemente esposto, accanto a opere magistrali di Sebastiano del Piombo e Tiziano, alla mostra Titian and the Renaissance in Venice, organizzata dallo Städelsches Kunstinstitut di Francoforte nel 2019, dopo essere stato concesso in prestito per due anni al Barber Institute of Fine Arts di Birmingham (UK).

Se l’immediatezza della figura e l’attento scavo psicologico richiamano i ritratti eseguiti da Lorenzo Lotto o dal Moretto verso la metà degli anni ‘40, il Ritratto di uomo in armi è caratterizzato da un atteggiamento introspettivo e raccolto che lo accomuna al Gentiluomo con barba del 1550 conservato al Getty Museum. La nota sentimentale che lo contraddistingue viene tuttavia stemperata dal particolare impianto compositivo, caratterizzato da una certa maestosità della figura, da continui cambi di direzione e da accenni di movimento suggeriti dall’aggraziata torsione tra testa e busto, e da un particolare uso della luce fatto di raggi incidenti e baluginanti riflessi che esaltano le superfici metalliche. L’impostazione dello sfondo architettonico in forte scorcio prospettico, che serve a guidare lo sguardo dell’osservatore verso il volto del soldato, richiama invece il più tardo Uomo in preghiera conservato ai Musei di Strada Nuova di Genova.
L’analisi di questi ultimi elementi hanno indotto Vittoria Romani a collocarlo negli anni fra il 1555 e il 1560 circa, mentre Berverly Brown propende per una datazione più tarda, verso il 1560. In ogni caso, il dipinto in oggetto risalirebbe al sesto decennio del secolo, ovvero alla fase forse più originale, dinamica e sperimentale della maniera di Jacopo Bassano. Sin qui le analisi degli esperti, che sulla autenticità dell’opera non mostrano dubbio alcuno. Così come non c’è dubbio alcuno che il suo posto debba essere al Museo Civico.

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