Dal 28 maggio 2022

Treviso, Museo Bailo

LA GALLERIA DEL NOVECENTO. Da Martini all’Informale. “Omaggio a Gino Rossi”

Cartella Stampa e Immagini

Comunicato stampa

Nei Bailo raddoppiato, non solo Martini
Ma il grande Novecento.
E un “omaggio a Gino Rossi”

Nel Grande Bailo il Novecento avrà spazio raddoppiato. Al centro della nuova Galleria del Novecento resterà, e non poteva che essere così, lo straordinario patrimonio di opere di Arturo Martini, che già era stato protagonista della riapertura del Bailo rinnovato, nel 2015.
Si tratta di un patrimonio unico al mondo di oltre 200 opere che documentano in modo completo la fase giovanile del grande artista ma che offrono al pubblico anche straordinarie creazioni del suo periodo noto come “dei grandi idilli”, qui mirabilmente proposto con capolavori come Adamo ed Eva o la Pisana.
Il raddoppio degli spazi consente di inserire la figura di Martini nel racconto dell’arte trevigiana, veneta ed italiana tra gli esordi del Novecento e gli anni ’60 / ’70 del secolo, attraverso pitture e sculture in parte mai prima esposte. In questi anni, infatti, i fondi civici sono stati arricchiti da donazione e acquisizioni di notevole livello. Tra esse spicca quella della La Fata del bosco, conosciuta anche come Fungo, proprio di Arturo Martini.
Novità assoluta, e davvero importante, è anche il consistente gruppo (oltre 40 pezzi) di inedite prove originali di Gino Rossi, datate post 1926, che vengono alla luce proprio per l’occasione.
Il percorso ideato e curato da Elisabetta Gerhardinger e Fabrizio Malachin percorre il Novecento lungo una sequenza di 10 sezioni. Ad iniziare da una carrellata sull’arte a Treviso a cavallo tra Otto Novecento, per approfondire il giovane Arturo Martini, per soffermarsi poi sullo scultore e la grafica e sugli Anni di Cà Pesaro, sezione in cui Martini viene messo a confronto con gli altri artisti trevigiani del primo e secondo decennio del Secolo breve”, con un focus sulla mostra del 1913 e l’irrompere sulla scena della Fanciulla piena d’amore di Gino Rossi, “scandalo di un’Arte nuova”,
Seguendo il filo maestro di Martini. La sezione successiva segue l’artista “oltre Treviso”, indagando nel contempo i sui segaci in città negli anni ’20, quelli della Pisana, dei ritratti e della “scultura come lingua morta”. Tra i seguaci, un focus è riservato a Carlo Conte. Una ulteriore monografica è dedicata a Nino Springolo e Juti Ravenna, tra gli artisti trevigiani tra le due guerre. Segue un’area di approfondimento sui protagonisti dell’arte del Novecento a Treviso, con una carrellata di ritratti ed autoritratti degli artisti, dei loro mecenati e dei protagonisti della intensa vita culturale della città.
Nino Springolo torna anche nella sezione conclusiva, riservata al secondo dopoguerra, letto sulla linea di congiunzione/frattura tra sperimentazione e mercato, sino all’irrompere dell’Informale.
A connotare la nuova Galleria del Novecento è un percorso cronologico che, via via, approda ad alcune rilevanti isole di approfondimento. Innanzitutto quella – ed è fisiologicamente la maggiore – riservata ad Arturo Martini. Ma anche quelle dedicate all’altro importate scultore trevigiano Carlo Conte, poi a Nino Springolo e infine, a Gino Rossi. Rilevante l’attenzione riservata nel percorso espositivo ad altri protagonisti come Luigi Serena, Ettore Erler, Giovanni Apollonio, i Ciardi, Giovanni Barbisan, Silvio Bottegal, Bepi Fabiano, Nando Coletti…
Ma non c’è dubbio che la grande novità sarà l’Omaggio a Gino Rossi.
“Rossi, annota Elisabetta Gheradinger – trovò a Treviso una seconda patria dove condivise, con Arturo Martini e il cenacolo dei trevigiani, un tratto importante del suo percorso artistico e di vita e poi più drammaticamente la fine del suo viaggio umano nell’internamento a Sant’Artemio”.
Omaggio ‘intimo’ perché il focus attorno al quale si sviluppa l’esposizione è costituito da un folto gruppo di disegni autografi risalenti proprio al periodo del suo internamento. Sono tracciati a matita, su povera carta di recupero, per mantenere un filo personalissimo e riservatissimo con la propria arte. Di fatto inediti – solo di cinque di essi furono infatti riprodotti da Beppi Mazzotti nel suo volumetto del 1974 ‘Colloqui con Gino Rossi’ – vengono qui affiancati a documenti e opere sue ma anche di altri artisti trevigiani che ebbero i contatti più intensi con lui nei traumatici e dolorosi anni del primo dopoguerra: da Nino Springolo, a Silvio Bottegal, da Pio Semeghini a Juti Ravenna. Del quale proprio nel 2022 ricorre il cinquantenario della morte”.
Il tutto inserito in un ambiente multimediale creato da Anderson Tegon e PepperGhost. Protagonisti del videomapping, con le opere della Galleria, sono due spiritelli, Peter e Puck, che giocano con, e dentro, i quadri.
“L’inserimento di apparati multimediali immersivi, in grado di coinvolgere il pubblico in modo fattivo e innovativo, è un plus fondamentale. Il multimediale rappresenta per il ‘Bailo’ una novità e una necessità per un Istituto di arte moderna e contemporanea” sottolinea il direttore Fabrizio Malachin.

Info: Musei Civici di Treviso www.museicivicitreviso.it tel. 39 0422 658951
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