Ferrara, Palazzo dei Diamanti

Studio ESSECI - PALAZZO DEI DIAMANTI. Il progetto del nuovo spazio espositivo 3

PALAZZO DEI DIAMANTI. Il progetto del nuovo spazio espositivo

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Il progetto per il Palazzo dei Diamanti consiste in una serie organica di interventi finalizzati da una parte al restauro e alla valorizzazione del complesso cinquecentesco e dall’altra all’adeguamento degli spazi espositivi e degli esterni.

Il primo intervento ha riguardato i principali ambienti espositivi preesistenti, le cosiddette ali Rossetti e Tisi. Tutte le sale sono state dotate di nuove superfici altamente tecnologiche, dietro alle quali sono nascoste le dotazioni impiantistiche. Le nuove fodere, che rivestono le murature antiche in modo da non alterarne la consistenza, celano impianti di ultima generazione atti a garantire le prestazioni termo-igrometriche richieste a un museo d’arte contemporaneo. Nell’ala Rossetti sono state realizzate nuove pavimentazioni in terrazzo alla veneziana e in entrambe le ali inseriti nuovi portali in ottone brunito che rimarcano la sequenza spaziale propria del Palazzo rinascimentale.

Il secondo intervento ha interessato gli ambienti dell’ex Museo del Risorgimento, che sono stati completamente restaurati e dove sono state allocate nuove funzioni a supporto dell’attività espositiva: una caffetteria, una libreria, una sala didattica e una polifunzionale. A complemento di questa parte, i cortili interni sono stati riqualificati e dotati di nuove pavimentazioni in cotto: interpretati come vere e proprie stanze all’aperto, questi luoghi sono diventati parte integrante del percorso museale, valorizzando così la peculiarità del Palazzo che alterna pieni e vuoti, spazi interni e spazi esterni confinati.

Il terzo intervento ha riguardato la continuità dei percorsi – tema centrale per uno spazio espositivo – sia all’interno sia all’esterno.
Per quanto concerne i percorsi interni, si è riaperto un importante collegamento, interrotto nel corso del tempo, tra l’ex Museo del Risorgimento e il cortile principale; inoltre si è valorizzato l’accesso attraverso la piccola loggia affacciata sul cortile principale, rendendola parte integrante del percorso di visita.
L’intervento più rilevante è la realizzazione nel giardino del collegamento tra le due ali del Palazzo. Come è noto, il corpo principale dell’edificio ha uno sviluppo planimetrico dalla forma aperta, dotato di un cortile principale, contiguo al loggiato di accesso, che si affaccia direttamente sul giardino retrostante (in origine il brolo) filtrato solamente da un diaframma bidimensionale che svolge il ruolo di fondale prospettico.
Il nuovo progetto di collegamento tra le due ali, la cui previsione appare già nelle stampe di Andrea Bolzoni (1782), consiste in una struttura leggera, trilitica, essenziale, realizzata in legno – solo in parte chiusa da vetrate – che si estende nel giardino, rimarcandone le geometrie principali.
Coerentemente con la struttura spaziale del Palazzo – caratterizzato da una alternanza di pieni e vuoti – il nuovo intervento definisce nuove stanze all’aperto nel giardino, che ne estendono la logica amplificandone la sequenza.

La struttura, in legno carbonizzato, è in grado di assicurare una buona durata nel tempo e richiede una bassa manutenzione; i tamponamenti vetrati scorrevoli, che proteggono il percorso nelle stagioni meno favorevoli, consentono l’apertura completa in modo da ripristinare la continuità fisica tra il cortile rinascimentale e il giardino retrostante. La nuova struttura, infatti, non solo collega le due ali del palazzo ma appartiene, proprio per la sua natura effimera, al giardino, anch’esso completamente riqualificato.
Recuperando le suddivisioni dell’antico brolo in riquadri quadrati e rettangolari, testimoniate dalle stampe del Bolzoni del 1782 e dal rilievo del 1843, il progetto del giardino vuole riportare alla luce l’assetto documentato a partire dalla seconda metà del Settecento, considerando che questo non dovesse discostarsi molto dai modelli precedenti, come attesta la ricerca storica su casi coevi.
L’intervento proposto si può considerare dunque come un progetto nuovo su area storica: non si tratta infatti né di un’operazione di conservazione di un giardino esistente, né di un puro ripristino di una situazione precisa nel tempo, bensì un dispositivo in grado di rivelare la stratigrafia delle epoche storiche; un luogo di curiosità, dove far dialogare diverse opportunità estetiche.

Gruppo di progettazione

Progetto architettonico e Direzione Lavori
Labics | Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori

Progetto delle strutture e degli impianti
3TI progetti italia

Progetto delle opere di restauro
Elisabetta Fabbri

Progetto delle opere di allestimento
Giovanni de Vito

Progetto del paesaggio
Stefano Olivari

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