29 Maggio 2018

Crea, Sacro Monte

RICREARE CREA PER IL SACRO MONTE

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Comunicato Stampa

Una importante alleanza pubblico-privata è stata sottoscritta per la salvaguardia del Sacro Monte di Crea, patrimonio Unesco.
Con l’obiettivo di arrivare, in tempi ragionevolmente contenuti, al completo restauro di tutte le 23 storiche Cappelle del Sacro Monte che sorge a Serralunga di Crea, nel Monferrato.

Un qualificato gruppo di imprenditori e professionisti piemontesi ha dato vita ad una Associazione finalizzata a sostenere “il restauro delle Cappelle del Sacro Monte”, in stretta collaborazione e con l’Ente di Gestione dei Sacri Monti e l’Ente Santuario di Crea. L’Associazione – denominata “RiCreareCrea”, presieduta dal professor Angelo Miglietta, opererà convogliando sull’impresa contributi sia pubblici che privati.

“Questa iniziativa vuole – sottolinea il Presidente Miglietta – fare del Sacro Monte di Crea il modello di una nuova sinergia tra l’amministrazione pubblica e le forze più attive della società civile per salvaguardare e valorizzare il più importante complesso artistico, religioso e paesaggistico del Monferrato, dal 2003 parte del Sito Unesco dei Sacri Monti piemontesi e lombardi, affinché costituisca anche un’importante risorsa turistica ed economica per tutto il Monferrato”.

Renata Lodari, Presidente dell’Ente di Gestione Sacri Monti del Piemonte, non nasconde la soddisfazione sua e dell’Assessore Regionale alla Cultura Antonella Parigi per questo nuovo, fondamentale apporto.
“Un risultato importante – dichiara l’assessore Parigi – che non solo testimonia il grande valore che questo bene ha per il territorio e in particolare per l’Associazione, a cui va il mio più sentito ringraziamento, ma quanto la nuova impostazione nella gestione dei Sacri Monti, da noi fortemente voluta e portata avanti dall’Ente di gestione, stia producendo risultati sempre più significativi”.
“Importante – afferma la Presidente Lodari – non solo per le risorse economiche che questo potrà garantire. Ma anche per la modalità nuova di gestione che è stata concordata. Sarà infatti l’Associazione a impiegare i fondi raccolti, gestendo direttamente gli interventi di restauro e valorizzazione. Naturalmente in diretto rapporto con i tecnici del nostro Ente di Gestione, che concorderanno gli interventi con la Soprintendenza e saranno i garanti di tutti gli interventi. In questo modo sarà possibile velocizzare l’impiego dei capitali via via racconti dall’Associazione, garantendo comunque la qualità e la coerenza dei lavori previsti”.
“La “resurrezione” del Sacro Monte di Serralunga di Crea, continua la Presidente, è un processo positivo già in atto. Ricordo – evidenzia Renata Lodari – il recupero della Cappella del Paradiso, capolavoro forse massimo del Sacro Monte, recupero reso possibile da finanziamenti della Fondazione CRT oltre che della Regione Piemonte. E’ in corso oggi il non meno importante restauro della Cappella Prima, dedicata al Martirio di Sant’Eusebio, Vescovo di Vercelli, cui si deve il culto mariano del Sacro Monte. Per questo notevole intervento abbiamo potuto contare sui contributi della Regione Piemonte e della Fondazione della Cassa di Risparmio di Torino”.
“L’ente inoltre, in prima persona e attingendo a fondi propri, è intervenuto nel 2017 per garantire la manutenzione straordinaria del tetto della cappella 18, della Crocifissione e quest’anno intende intervenire per ripristinare la corretta tenuta delle coperture delle cappelle 7, dello Sposalizio di Maria, 9, della Visitazione, e del Romitorio di san Rocco.
Alla nuova Associazione sono state segnalate innanzitutto le necessità di manutenzione straordinaria urgente del tetto della cappella del Paradiso, già oggetto di un intervento importante di restauro dell’apparato decorativo interno, di restauro degli affreschi e delle sculture della Nascita di Maria (cappella 5) commissionata dal duca Vincenzo Gonzaga, e di restauro completo delle cappelle 7 e 8, dello Sposalizio della Vergine e dell’Annunciazione”.

“Nonostante il molto lavoro fatto, moltissimo resta da fare. I Sacri Monti sono meccanismi estremamente complessi, con esigenze diverse e tutte importanti: dal mantenimento dell’ambiente verde entro cui si sviluppano, alla manutenzione ordinaria, ovvero continua, di strade, scalinate, sentieri, agli interventi periodicamente necessari per tetti e intonaci e, infine, ai grandi interventi, straordinari, di restauro. Necessari su Cappelle che hanno alle spalle sino a mezzo millennio di storia e di traversie”, chiosa il Direttore dell’Ente, Elena De Filippis.
“Il censimento tecnico recentemente completato dai tecnici del nostro Ente su tutte le 164 cappelle, le circa tre mila statue e i chilometri quadrati di affreschi dei nostri sette Sacri Monti, ci ha consentito di fotografare tutti i bisogni e di cominciare a gestire le emergenze secondo una precisa scala di priorità. Non a caso, si è parlato – ricorda il Direttore – dei Sacri Monti come della Pompei nelle Alpi, ad indicare l’enormità e la complessità degli interventi indispensabili alla salvaguardia di questo imponente e delicato patrimonio di arte, storia e fede”.

Il Sacro Monte di Serralunga di Crea si erge su una collina a circa 400 metri di altezza. L’origine riporta a Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli, che lì verso il 350 d.C. avrebbe portato la statua lignea della Madonna col Bambino e lì avrebbe fatto edificare un primo oratorio. Fu Re Arduino, agli inizi dell’XI secolo, a volere che il luogo avesse una chiesa, in grado di accogliere i sempre più numerosi pellegrini. Il Santuario, dedicato all’Assunta, venne retto prima dai Canonici di Vezzolano, dal pieno ‘400 dai Lateranensi sino al 1798, dai Serviti sino al 1801, dal 1820 sino al 1992 dai Minori Francescani ed è condotto attualmente dalla Curia di Casale.
Il Sacro Monte risale al 1589, innalzato per volere del canonico Costantino Massimo. Le Cappelle del progetto originario dovevano essere 18, di cui si cominciarono subito a costruire quelle della Presentazione della Vergine al tempio, della Nascita di Maria e del Martirio di sant’Eusebio, finanziate rispettivamente dal fondatore, da Vincenzo di Gonzaga duca di Mantova e del Monferrato e dalla città di Vercelli. Altre se ne sono aggiunte nei secoli sino a raggiungere l’attuale numero di 23.

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