A cura di: Simona Ostinelli
Coordinamento scientifico e organizzativo: Alessandra Brambilla con Mariangela Agliati Ruggia
COMUNICATO STAMPA
La Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate apre la stagione primaverile delle mostre con la prima esposizione monografica dedicata ad Angelo Giorgetti (1899-1960), pittore e scultore figurativo, un nome oggi noto solo ai collezionisti più attenti, ma che con la sua arte dallo spirito internazionale e locale ci trasporta dalla Parigi degli “Anni folli” al Ticino del Dopoguerra.
Volendosi accostare oggi alla figura di Giorgetti facendo capo ai consueti canali d’informazione (archivi, musei, gallerie d’arte, biblioteche, ma anche moderne tecnologie come web o strumenti social) se ne ricaverebbe una visione solo parziale. Giorgetti può essere infatti considerato in quel novero di artisti nati e vissuti nella prima parte del Novecento che per ragioni diverse sono per il grande pubblico dei “dimenticati”. La sua vita trascorsa tra Milano, Parigi e Lugano delinea la parabola esistenziale e artistica di di un uomo amante del ballo e dell’equitazione, sciatore provetto, marito e padre affettuoso, bon vivant pur nelle difficoltà degli anni attraversati, e di un pittore figurativo, uno degli ultimi a uscire dallo studio e a dipingere dal vero nei parchi, in città, in spiaggia, in alta montagna.
Il suo modus operandi viene raccontato dallo storico Giuseppe Martinola: “Angelo Giorgetti siamo abituati a vederlo fuori, col suo cavalletto, la scatola dei colori ai piedi, indisturbabile sul seggiolino pieghevole […]. Pittori in giro per le piazze, al parco, sulla riva non se ne vedono quasi più; e anche quelli che uscivano all’aperto, che lavoravano en plein air si sono tappati nei loro studi silenziosi. Il Giorgetti ha saputo tener duro, continuando una tradizione che s’è venuta spegnendo. Invidiabile lui, ha superato il fastidio della gente che si accalca intorno curiosa e che ha fatto battere in ritirata tanti altri, si è corazzato contro il rumore e il frastuono della città, contro le mutevolezze del clima a cielo scoperto”.
La sua pittura ha una doppia anima: da una parte delinea uno spirito da cronista, da testimone del proprio tempo, pronto a cogliere, specie nei ritratti, l’attimo fuggente; dall’altra ci segnala l’osservatore attento, che ricerca, soprattutto nei paesaggi e nelle nature morte, l’equilibrio fra luce, colore e composizione.
Oggi Angelo Giorgetti è un artista noto solo ai collezionisti più attenti. Nato a Milano da famiglia ticinese, dopo essersi formato nella capitale lombarda negli studi di Adolfo Wildt e Aldo Carpi, agli inizi degli anni venti si trasferisce a Parigi, vivendo appieno il clima internazionale dei cosiddetti “Anni folli” e partecipando attivamente alla vita artistica della Ville Lumière. Di questa lunga stagione rimangono eleganti ritratti femminili e felici vedute della capitale francese, che oggi appaiono come “cartoline” di un tempo ormai lontano.
Rientrato nel Ticino alla vigilia della Seconda guerra mondiale, Giorgetti si specializza nella ritrattistica e nei paesaggi, dedicandosi anche a temi di figura, natura morta, fiori e all’arte sacra, e sperimentando anche tecniche diverse, quale l’affresco e il mosaico.
Amante della montagna, che dipinge in luminosi scorci delle valli sopra Lugano e dell’Engadina, compie viaggi di aggiornamento in Germania e Italia e si stabilisce a Lugano, dove trascorrerà gran parte della sua vita.
Numerose le sue partecipazioni alle principali esposizioni a Parigi, nella Svizzera Italiana e nella Confederazione.
La mostra, che nasce dall’incontro con Luca Giorgetti, nipote del pittore, presenta per la prima volta attraverso dipinti, disegni, mosaici, sculture, fotografie e documenti inediti, la vita e il percorso artistico di quest’autore che possiamo considerare come un testimone del proprio tempo.
Le opere, che abbracciano quarant’anni di attività, provengono dal fondo degli eredi di Giorgetti, da collezionisti privati e dal MASI e offrono uno spaccato inedito su un pittore vissuto nel primo Novecento, oggi dimenticato ma dal sicuro fascino locale e cosmopolita.
INFORMAZIONI
Mostra e catalogo a cura di
Simona Ostinelli
Coordinamento scientifico e organizzativo
Alessandra Brambilla
con Mariangela Agliati Ruggia
Allestimento
Progettazione
Martino Pedroli
Rolando Zuccolo
Direzione lavori e coordinamento
Paolo Bianchi
Alessandra Brambilla
Realizzazione
Dipartimento delle finanze e dell’economia,
Sezione della logistica
Falegnameria Natan Tarasconi, Stabio
Piercarlo Bortolotti con Desio Canzali
Assistenti alla segreteria,
mediazione e allestimento
Beatrice Mastropietro
Monica Pagani
Leonardo Pomodoro
Orari, prezzi e servizi:
6 aprile – 7 settembre 2025
aprile-giugno e settembre:
da martedì a venerdì: 9-12 / 14-17
sabato, domenica e festivi: 10-12 / 14-17
luglio e agosto: 14-17
chiuso il lunedì (aperto 21/4 e 9/6)
intero: CHF/€ 10.-
ridotto (pensionati, studenti, gruppi): CHF/€ 8.-
Visite guidate su prenotazione anche fuori orario; bookshop; parcheggi nelle vicinanze.
Si accettano carte di credito.
Ufficio stampa
per la Svizzera:
Pinacoteca Züst
Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera
Tel. +41 (0)91 816.47.91
decs-pinacoteca.zuest@ti.ch
www.ti.ch/zuest
per l’Italia:
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo Padova, Italia
Tel. +39 049.663.499 (Simone Raddi)
simone@studioesseci.net www.studioesseci.net
COME RAGGIUNGERE LA PINACOTECA ZÜST
Rancate (Mendrisio) si trova a pochi chilometri dai valichi di Chiasso, Bizzarone (Como) e del Gaggiolo (Varese), facilmente raggiungibile con l’ausilio della segnaletica. La Pinacoteca si trova di fronte alla chiesa parrocchiale. Rancate è raggiungibile anche in treno, linea Milano-Como-Lugano, stazione di Mendrisio, e poi a piedi, in 10 minuti, o con l’autobus (linea 524, Mendrisio-Serpiano).
Cartella Stampa e Immagini
Testi Allegati
Biografia di Angelo GiorgettiLe sezioni della mostra
Immagini







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